Si trova a Pieve di Cento, nella bassa da Bologna e Ferrara, e conta già una sessantina di soci. Il fondatore Giampaolo Rimondi: “La nostra è una sfida difficile: portare la cultura della digital transformation e dell’open innovation in un territorio di periferia”
Una start up factory innovativa, con uno spazio di coworking e una rete di business angels che supportano i progetti più promettenti. Ci si aspetterebbe di trovarla a Milano, Torino o Roma, ma VZ19 è nata invece fuori dai circuiti delle grandi città: a Pieve di Cento, nella bassa tra Bologna e Ferrara.
“L’idea di fondo è di restituire al territorio quello che il territorio stesso ci ha dato in tutti questi anni”, spiega Giampaolo Rimondi, fondatore e presidente di VZ19. “La nostra è una sfida difficile: portare la cultura della digital transformation e dell’open innovation in un territorio di periferia, dove le persone ancora non conoscono certe pratiche. Ci vuole tempo e pazienza, ma pian piano stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro”.
VZ19 nasce nel 2015 da un gruppo di dieci soci fondatori. Tra loro Giampaolo Rimondi, che da 35 anni lavora come commercialista nel paese: “Sentivo il bisogno di mettere a frutto la mia rete di conoscenze e di lasciare qualcosa alle nuove generazioni. In quel periodo avevamo a disposizione un grande immobile di circa 600 metri quadrati, non sapevamo come sfruttarlo. Poi ci è venuta l’idea della start up factory e ci siamo detti: ‘Perché no?’. Abbiamo scelto la forma della cooperativa per portare avanti un concetto di condivisione, che sia slegato dal focus sul capitale”.
Oggi VZ19 conta circa una sessantina di soci, 1.200 contatti tra imprenditori, artigiani e professionisti, e oltre 130 start up e progetti analizzati. Tante le attività che animano lo spazio: dal coworking ai corsi di imprenditoria, dai percorsi di incubazione di impresa ai “Club deal”, eventi per presentare le start up a potenziali investitori. E poi c’è il Fablabreno, laboratorio di artigianato digitale, che mette a disposizione del pubblico stampanti 3D e altri macchinari di modellazione tridimensionale.
“Il nostro è uno spazio aperto per diffondere cultura”, continua Rimondi. “Abbiamo organizzato corsi e laboratori su temi chiave dell’innovazione digitale, come il crowdfunding, i brevetti e la legge sulla protezione dei dati. Ma abbiamo affrontato anche tematiche più ampie, come il public speaking, il team buiding e l’uso dei social network. E poi ci siamo rivolti ai bambini, proponendo corsi di robotica per imparare a programmare giocando, con un modo di pensare creativo, efficace e orientato al problem-solving”.
Oggi VZ19 possiede quote in quattro start up innovative: Fluid-A, specializzata nel settore della fluidodinamica e composta da giovani ingegneri dell’università di Ferrara; GetMemori, che ha ideato un cofanetto virtuale dove memorizzare ricordi, frasi, foto, pensieri; Vai elettrico, un portale informativo sulla viabilità elettrica; e infine Stirapp, un’applicazione di sharing economy per stirare le camicie con ritiro e consegna a domicilio.
“Per fare questo lavoro è fondamentale la rete: nel tempo, abbiamo consolidato i contatti con investitori, banche, startupper e semplici cittadini”, conclude Rimondi. “Stiamo cercando ragazzi giovani che abbiano voglia di frequentare ma anche gestire lo spazio, per far dialogare le varie realtà in maniera nuova. Siamo uno spazio di scambio di idee e contaminazione, che può dare tanto al nostro territorio”.