Utilizzare a pieno le risorse in arrivo dal Pnrr e costruire una Città metropolitana di Bologna più coesa e solidale, con meno diseguaglianze e più opportunità. Questo il tema della seconda tavola rotonda, a titolo: “Pnrr: cooperare per una crescita sostenibile”, organizzata durante l’assemblea dei delegati di Legacoop Bologna del 15 dicembre.
Tanti i relatori che hanno sviluppato la discussione attorno al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle sue implicazioni per il territorio: l’assessora del Comune di Bologna Anna Lisa Boni, il presidente di Coop Alleanza 3.0 Mario Cifiello, la direttrice qualità di Coop Italia Renata Pascarelli, la presidente di Legacoop Rita Ghedini, la presidente di Cadiai Franca Guglielmetti, il presidente di Camst Francesco Malaguti e per Avis Federico Olivieri. Alla moderazione Simone Fabbri di Legacoop Bologna.
Ad aprire il dibattito Anna Lisa Boni, assessora del Comune di Bologna con delega a fondi europei, cabina di regia Pnrr, coordinamento transizione ecologica, relazioni internazionali, patto per il clima e candidatura “Città carbon neutral”.Per Boni “quello che stiamo vivendo è un momento storica, un’opportunità unica per il territorio” perché ad uno strumento finanziario è stata affiancata la filosofia europea del Green New Deal. Ora si tratterà di intercettare i fondi, identificare e coordinare gli interventi, rispettare le priorità del mandato e le tempistiche fissate dall’Unione europea. “Ci sarà una cabina di regia con le istituzioni ma anche tutto il partenariato economico-sociale, sarà una governance di co-progettazione”, ha spiegato Boni indicando le priorità di mandato, “le stesse che hanno le cooperative”, e cioè lavoro buono, inclusione sociale, welfare, lotta al cambiamento climatico, digitalizzazione. Boni ha lodato il sistema cooperativo per il grande lavoro fatto in un’ottica di sostenibilità e di raggiungimento complessivo degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. “Dovremo lavorare assieme e dare vita ad un nuovo paradigma di collaborazione. Questo momento storico deve essere utilizzato al massimo per far fare un salto in avanti a tutte le generazioni future”.
Federico Olivieri del settore ricerca di Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha ragionato attorno all’importante tema del come si possono misurare le politiche messe in campo. Quali gli obiettivi quantitativi? Quale l’arco temporale entro cui raggiungerli? Quali metriche? “E’ fondamentale che gli obiettivi scelti siano adattati alla realtà territoriale. Da questo punto di vista l’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile della Città metropolitana di Bologna è una best practice”. L’invito di Olivieri a Legacoop Bologna è quello di capire “quale contributo specifico Legacoop può dare a livello metropolitano”, ad esempio sulla parità di genere (obiettivo 5) sia in termini occupazionali generali sia in termini di posizioni dirigenziali dove storicamente, nel mercato del lavoro italiano ma non solo, gli uomini hanno percentuali molto maggiori rispetto alla donne. Altro step potrebbe essere quello di individuare alcune metriche come il consumo d’acqua, la produzione di CO2, la quota di rinnovabili utilizzate, e così via. Asvis, ha concluso Olivieri, “dall’anno prossimo lavorerà per coordinare gli sforzi a livello regionale per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu e definire una governance condivisa e multilivello”.
Il presidente di Camst Francesco Malaguti ha raccontato le grandi difficoltà che la cooperativa ha avuto durante la prima fase della pandemia, “quando abbiamo dovuto dire a 10mila dipendenti di rimanere a casa senza per altro sapere quando poterli richiamare”. E’ stato in quel momento, ha detto Malaguti, che Camst ha capito che la sostenibilità non poteva essere qualcosa di accessorio, ma bensì un elemento fondante “a cui aggrapparsi”.
Cosa vuole dire essere sostenibili? “Vuol dire dedicarsi alle persone in maniera nuova e totale. Un percorso lungo e coinvolgente, simile all’imparare una lingua straniera nuova. La devi praticare tutti i giorni, fare tua, alla fine se ce l’hai fatta pensi in quella lingua, diventa parte di te. Noi di Camst siamo su questo percorso”. Il lavoro da fare è ancora lungo però, ha osservato Malaguti portando a sostegno una recente indagine di Homina secondo la quale l’84% dicono di essere sostenibili ma solo il 10% rendiconta le proprie azioni in maniera trasparente.
Il presidente di Coop Alleanza 3.0 Mario Cifiello ha elencato i punti principali del prossimo piano industriale della cooperativa, un “piano che segnerà il rilancio della coop e porterà all’utile nel 2022”. Il piano presentato da Cifiello ha alcuni punti chiave. Ci sarà un rilancio delle vendite e delle quote di mercato partendo dalla forte identità della cooperativa, e quindi dai prodotti a marchio. “Un asse importante e il cuore della strategia commerciale. Il nostro obiettivo nei prossimi anni – ha detto Cifiello – è quello di raddoppiare l’incidenza dei prodotti a marchio Coop sul totale complessivo delle vendite”. Altri assi portanti saranno l’efficienza e la sostenibilità declinata nella difesa dell’ambiente, del territorio e nella promozione dell’inclusione sociale. Da questo punto di vista il Piano di sostenibilità di Coop sarà “la precondizione all’interno della quale si svilupperanno le azioni commerciali di Coop. In quest’ottica saranno ridotti consumi, emissioni e rifiuti. Coop darà infine ancora più spazio ai produttori locali che già oggi godono di un rilievo importante nei punti vendita, “ma il progetto sarà rafforzato perché il radicamento sul territorio significa restituire ricchezza”.
La direttrice qualità del consorzio cooperativo Coop Italia Renata Pascarelli ha invece raccontato alcune delle azioni più rilevanti sul tema delle filiere agroalimentari. Ad esempio la riduzione degli antimicrobici privilegiando il benessere animale. Un progetto che Coop Italia ha lanciato all’inizio del 2017 e che ha coinvolto 2000 allevatori. Altre 7mila azienda agricole hanno invece preso parte ad un progetto di agricoltura ad alta sostenibilità che ha ridotto l’utilizzo di pesticidi, fertilizzanti e acqua. Al bando anche il glifosato. “Quel che stiamo facendo- ha detto Pascarelli – è far capire che è possibile portare avanti alcuni progetti, farlo seriamente con azioni di sostanza e non di marketing, e che tutto questo è possibile farlo su grandi numeri. Le coop di consumo sono determinate a provocare cambiamenti del metodo produttivo. Per questo tutti gli obiettivi che entreranno nel Pnrr ci troveranno preparati”.
La presidente della cooperativa Cadiai Franca Guglielmetti ha invece sviluppato un ragionamento attorno ai rischi che potrebbero esserci nel Pnrr. Uno è quello che le azioni vengano pensate in un’ottica di contrapposizione tra pubblico e privato. “Posto che le risorse sono in mano al governo che deciderà come usarle a supporto e sviluppo delle politiche pubbliche”, bisognerà lavorare “in direzione dell’integrazione”. Esempi positivi in questo senso sono quelli della finanza di progetto e dei progetti di concessione per costruzione e gestione. “I nidi Karabak hanno arricchito l’offerta sul territorio in termini di qualità e di innovazione. Quella è una strada concreta da seguire, così come in termini di risorse del Pnrr lo sarà la partnership pubblico-privato. Un altro rischio da scongiurare, ha spiegato Guglielmetti, sarà quello di lasciare scoperti alcuni settori, come quello della residenzialità per gli anziani. Il Pnrr non ha disposto sufficienti risorse su questo tema e così “questo vuoto andrà colmato con altre risorse visto che i bisogni cresceranno sempre di più così come i grandi anziani che non sarà possibile assistere a casa”. L’Adi, l’assistenza domiciliare integrata, è sì prevista e sarà raddoppiata in termini di numero di ultra 80enni da seguire, ma “in media queste persone godono di 18 ore l’anno di assistenza”. Questo, ha sottolineato Guglielmetti, “non può voler dire rispondere ad un bisogno”. Da qui l’invito a prevedere fondi extra Pnrr per risolvere il problema che tocca un settore delicatissimo. “Durante la pandemia la nostra assistenza agli anziani non si è mai fermato – ha rivendicato la presidente di Cadiai – Così come le nostre educatrici sono andate a casa dei bimbi con giochi e kit per fare attività. Questa è la capacità di risposta della cooperazione sociale, una capacità da valorizzare non solo nei momenti di crisi ma anche nei periodi di sviluppo”.
A concludere la tavola rotonda Rita Ghedini. La presidente di Legacoop Bologna ha lodato il sistema cooperativo “proattivo,consapevole della propria forza, capacità e valori”. Le cooperative, ha concluso Ghedini, sono “imprese solide, efficaci, proiettate al futuro, che hanno resistito alla crisi e che nella collaborazione reciproca possono fare un passo avanti in più”.