Innovazione, giovani, rinnovamento e sviluppo sostenibile: sono questi i temi affrontati nel corso del 24° Congresso di Legacoop Bologna, svoltosi il 18 marzo ai Teatri di Vita. “Oggi è fondamentale sostenere il ricambio generazionale nelle cooperative e a tutti i livelli dell’organizzazione”.
“La cooperazione è un’idea giovane”: è questo il titolo del 24° Congresso di Legacoop Bologna, dove oltre alle parole l’associazione porta dati che parlano da soli. Negli ultimi anni, oltre 8.000 ragazzi sono stati coinvolti nelle iniziative realizzate assieme all’ Università di Bologna, Fondazione Golinelli, Bologna Business School, Cern di Ginevra e nei progetti di promozione cooperativa: Vitamina C, Millennials.coop, Icaro Coop, Coopstartup Bologna, Go Coop e Think4Food.
Oltre a questo, Legacoop ha riservato agli under 40 una quota all’interno dei propri organi direttivi, invitando le cooperative aderenti a dare ancora maggiore spazio ai giovani cooperatori. Nel 2018 si è costituito anche il coordinamento di Generazioni Bologna.
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I numeri di Legacoop Bologna
- 175 cooperative associate
- oltre 16,5 miliardi di euro di valore della produzione
- quasi 75 mila occupati
- oltre 2,6 milioni di soci cooperatori
- oltre 8.000 giovani coinvolti
Rita Ghedini: “L’innovazione e la digital transformation sono al centro dell’attività associativa. Innovazione non solo tecnologica, ma prima di tutto sociale. All’economia degli algoritmi e dei lavoretti malpagati e con scarse tutele, contrapponiamo una idea diversa di innovazione cooperativa: inclusiva, equa e sostenibile”.
In questi anni abbiamo lavorato per promuovere la conoscenza della cultura cooperativa presso le giovani generazioni. Non sappiamo quanto del seme gettato produrrà frutti; sappiamo per certo che ha prodotto riflessione, arricchimento, idee e proposte imprenditoriali.
Romano Prodi: “Quello che manca all’università italiana sono triennali applicate che possano essere modellate sulle necessità immediate della società, e dunque adattabili in tempi brevissimi. L’Emilia-Romagna, che si trova più avanti rispetto alla media del Paese, potrebbe spingere in questa direzione. E la cooperazione potrebbe avere un ruolo fondamentale”.
Qui a Bologna non facciamo altro che aprire delle osterie, in una città che sta diventando sempre più un’attrazione turistica. Le osterie mi piacciono, sia chiaro. Ma non servono solo luoghi in cui si mangia, bisogna saper interpretare questo turismo, che è un turismo colto, con una serie di attività collaterali, anche in periferia. Serve un centro di riflessione di fronte ai cambiamenti che stanno avvenendo, e in questo la cooperazione può fare tanto: c’è da ripensare la città, bisogna fertilizzarla.
Matteo Maria Zuppi: “Il lavoro buono esiste e deve continuare ad esistere. Il lavoro buono è quello che non mette da parte nessuno e che guarda al futuro. Se non lavoriamo per creare lavoro buono, lasceremo spazio per quello cattivo: il lavoro non protetto, il lavoro nero”.
A me colpisce sempre il fatto che così tanti giovani vadano a vivere all’estero. Perché lo fanno? Perché lì vige la logica del lungo termine. Allora, anche nel nostro Paese dovremmo smettere con l’azzardo e con questa logica di speculazione, di interesse, di breve termine. Guardare al futuro è fondamentale: la cooperazione è giovane dal momento che sa raccogliere idee e spunti nuovi e riesce a mediare tra solidarietà e profitto.
Francesco Ubertini: “L’Europa ha perso il suo primato sul numero di laureati e si sta avviando a un quarto posto a livello mondiale. L’Italia, in particolar modo, è il penultimo paese dell’Unione europea per numero di laureati nella fascia giovanile. Con l’aiuto di Legacoop, l’Università di Bologna ha promosso la formazione professionalizzante, le nuove imprenditorialità e alcuni strumenti di inserimento lavorativo come i tirocini”.
Prima si diceva: “Se non studi, vai a lavorare”. Ora si dice: “Se studi, vai a lavorare”. A noi piace vedere l’università non come una torre chiusa, ma come una piazza, dove ognuno può fare la sua parte per migliorare l’offerta formativa.
Quattro TED Cooperativi per disegnare la cooperazione del futuro
Coopstartup Bologna: la promozione di una nuova impresa
Damiano Avellino, della start up Fairbnb: “La nostra è una piattaforma cooperativa internazionale per viaggiatori, che permette di noleggiare auto, case e servizi. Offre un’alternativa equa, compartecipata e trasparente alle piattaforme di sharing economy: l’idea è proprio quella di combattere i problemi nati con Airbnb e Booking, come la turistificazione e l’aumento del prezzo degli affitti. Noi invece crediamo nella condivisione dei vantaggi per tutta la comunità, anteponendo le persone al profitto e facilitando esperienze di viaggio autentiche e sostenibili”.
La corsa alle piattaforme di sharing economy l’Europa l’ha persa completamente: nessuna delle 10 aziende più grandi al mondo in questo settore è europea. Qui in Emilia-Romagna, sfruttando l’ecosistema cooperativo, possiamo non scimmiottare il modello della Silicon Valley e trovare un nostro modo per innovare, un modo più equo e giusto.
Generazioni: il ruolo dei giovani per la cooperazione
Giulia Casarini, portavoce di Generazioni Bologna: “Dopo un lavoro di preparazione di quasi un anno, Generazioni Bologna è nato ufficialmente a novembre 2018, con l’obiettivo di approfondire le questioni generazionali, valutando le opportunità ma anche i problemi che i ragazzi devono affrontare nel mondo della cooperazione. Ci siamo chiesti: cosa significa essere socio di una cooperativa, per un giovane che ci capita per caso?”
Il mondo della cooperazione oggi è poco conosciuto dai giovani, ma questo non significa che non sia più attrattivo. Perché un ragazzo dovrebbe scegliere di entrare in una cooperativa oggi? I motivi sono tanti: la cooperazione è un settore che tiene bene nonostante la crisi, e poi c’è un sistema valoriale positivo, soprattutto in un momento come questo di crisi dei valori.
Workers Buyout: l’esperienza del territorio
Andrea Signoretti, presidente della società cooperativa Gazzotti 18: “Da un anno la Gazzotti s.p.a., nata nel 1910, è fallita, dopo una lunga crisi economica. A ottobre dell’anno scorso, però, 18 persone hanno avuto la voglia di ricominciare, e trovare un modo per non disperdere il nostro know how, la nostra esperienza, il nostro lavoro. Ci ha aiutato l’incontro con Legacoop, che ci ha dato questa opportunità”.
Stiamo cercando di riorganizzare il lavoro con grande attenzione ai clienti, italiani e stranieri. Sappiamo che il mercato dell’edilizia è difficile, ma stiamo imparando il valore aggiunto dell’essere cooperativa, dell’essere piccoli: il recupero dell’aspetto umano ci sta gratificando tantissimo.
Going digital: la formazione e le competenze per la trasformazione digitale
Giulio Pierini, presidente di Redesign Comunicazione: “Going digital è un corso di alta formazione sulla digital transformation rivolto a cooperatori. Digitale è sinonimo di rivoluzione, nell’ambito della fruizione dei contenuti, del tempo libero, dei consumi… Il digitale è innanzitutto un fattore abilitante, ma soprattutto un’attitudine al cambiamento, che impone un nuovo approccio a tutte le attività che affrontiamo ogni giorno”.
Il digitale contiene in sé varie contraddizioni: è mainstream, ma risponde anche a esigenze delle minoranze. È inclusione (potenzialmente, tutti possono contribuirvi) ma anche esclusione (alcuni di fatto non riescono ad avere accesso). È trasparenza e opacità allo stesso tempo. Allora, per estrarre dalle tecnologie il vero valore, bisogna riuscire a mettere al centro l’uomo. L’immagine è quella dell’interruttore: nessun interruttore si accende da solo, serve una mano che lo accenda. In questo senso, la cooperazione può trovare nuove risposte, mettendo queste tecnologie nelle mani delle persone.
Pandora Rivista: leggere la cooperazione
Giacomo Bottos, direttore della rivista Pandora: “Pandora è una rivista ma anche uno spazio di discussione e approfondimento, un luogo per analizzare le grandi trasformazioni del nostro tempo. Per il numero speciale Leggere la cooperazione, avremmo potuto partire dalla storia della cooperazione, ma abbiamo deciso di usare un’altra ottica. Oggi stanno avvenendo trasformazioni fondamentali, che influenzano anche il mondo della cooperazione. È per questo che la cooperazione non può disinteressarsi, e anzi deve sforzarsi di cogliere i segnali di cambiamento”.
Oggi bisogna trovare nuove risposte alle domande: qual è il ruolo della cooperazione? Come far sì che le persone abbiano un’idea positiva della cooperazione? Come incentivare la nascita di nuove cooperative? La cooperazione può giocare un ruolo nel mondo di oggi? La tendenza alla condivisione è qualcosa di molto interessante, ma questo non si traduce automaticamente in una rinascita. Serve un grande sforzo culturale, a tutti i livelli. La cooperazione non è solo un’idea giovane, ma è anche un’idea forte perché è un’idea semplice.