Che differenza c’è fra la prima e la seconda digitalizzazione? Dal punto di vista del mondo delle imprese, l’information technology è stata vissuta come un insieme di servizi offerti alle attività operative primarie, qualcosa di esterno che poteva facilitarle e potenziarle. Nella Quarta rivoluzione industriale, invece, caratterizzata proprio dalla seconda fase dei processi di digitalizzazione, “il digitale diventa una parte inner, intima del modo di realizzare un’azienda e un processo”, spiega Giovanni Miragliotta, professore associato del dipartimento di Ingegneria gestionale del Politecnico di Milano.
Giovanni Miragliotta: che cos’è l’industria 4.0 from Vicoo on Vimeo.
Secondo Miragliotta, co-direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico, si parla di quarta rivoluzione per descrivere uno scenario in cui non solo “un numeroso coacervo di tecnologie stanno arrivando contemporaneamente a maturazione”, ma soprattutto un contesto nel quale “i principi secondo cui sono state progettate le architetture dei sistemi informativi e delle applicazioni del mondo di internet diventano principi validi anche per progettare servizi, fabbriche, contesti di produzione e di trasformazione fisica del valore“.
L’Industria 4.0 completa dunque il percorso avviato dalla prima digitalizzazione nella realizzazione dei sistemi industriali ed economici. La novità “rivoluzionaria” è racchiusa nel fatto che “alcune tecnologie abilitanti, prima fra tutte quella dell’internet delle cose [l’impatto della Rete sugli oggetti fisici, sulla vita concreta, ndr] stanno consentendo di legare il mondo fisico e digitale” e lo stanno facendo in un modo inedito.
Mentre la prima digitalizzazione “è stata abilitata dalla computerizzazione fatta in locale – chiarisce Miragliotta – ora c’è internet che abilita la diffusione della sensoristica e della computazione sugli oggetti, ci sono le architetture cloud che spingono verso la virtualizzazione”, fino ad arrivare “vicini all’intelligenza artificiale, alla robotica autonoma e collaborativa”.