“Costruire l’Agenda sostenibile. Cooperare gli SDGs nei territori”. Questo il titolo dell’incontro organizzato da Legacoop Bologna con il patrocinio del Comune di Bologna.
Un evento per raccontare come le cooperative si stanno muovendo dal punto di vista della sostenibilità, e per rafforzare il collegamento del mondo Legacoop con quello istituzionale. Cornice di riferimento l’Agenda Onu 2030 con i suoi 17 gol.
“Eventi come questo sono un modo per costruire agende condivise tra le istituzioni pubbliche e le imprese, per programmare e misurare sempre meglio gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 – ha spiegato Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna – Lavoro, ambiente, integrazione sociale: le nostre cooperative sono produttrici di lavoro buono, sono il primo attore territoriale che produce politiche di integrazione e percorsi di rigenerazione urbana, sono un veicolo fondamentale per soddisfare il bisogno di case e di abitare sociale”. Tutti obiettivi che rientrano appieno nei 17 gol dello sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite.
“Parlare degli obiettivi dell’Agenda 2030 non è fare marketing, ma un impegno serio verso le nostre imprese associate, le comunità e i soci tutti, cittadini che attraverso la cooperazione realizzano progetti di vita e di lavoro e soddisfano bisogni”, ha spiegato in apertura Simone Fabbri, responsabile dell’area sostenibilità di Legacoop Bologna.
Fabbri ha fornito alcuni numeri per capire dove è arrivato (dati 2021) il movimento cooperativo bolognese: i contratti a tempo indeterminato toccano il 92%; 9 imprese su 10 hanno attivato corsi di formazione; le politiche attive del lavoro hanno coinvolto 69 beneficiari del progetto “Insieme per il lavoro”; 306 i soggetti svantaggiati che sono stati inseriti; 1662 persone tra disabili, fragili, vulnerabili e svantaggiate sono state avviate in percorsi di formazione e orientamento al lavoro.
E ancora: sono 3.686 gli alloggi delle cooperative di abitanti che offrono un canone di affitto calmierato, oltre 25.500 i bambini, ragazzi e adolescenti seguiti dalla cooperazione sociale, 18 milioni di KWh di energia prodotta da impianti fotovoltaici, pari ad un risparmio di CO2 non immessa in atmosfera equivalente a 7.680 alberi
L’incontro ha offerto anche ai presenti delle “pillole di sostenibilità”, il racconto cioè delle iniziative dell’ecosistema cooperativo bolognese in fatto di sostenibilità.
Gianpiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo, ha raccontato della sostituzione dei vasetti in plastica dello yogurt con nuovi contenitori in carta. “A regime si parla di 200 milioni di bicchierini, un fatto tangibile così come i nostri progetti verso l’economia circolare, il benessere animale e l’energia verde”.
Francesco Malaguti, presidente di Camst Group, ha illustrato l’iniziativa Better Future Kit, la sostituzione cioè delle tradizionali forchette di plastica monouso con kit di posate in acciaio. “Un’idea semplice ma rivoluzionaria, consegneremo ai bambini che serviamo nelle scuole il trio forchetta-coltella-cucchiaio”. Si parla di 30 milioni di posate l’anno che non dovranno più essere smaltite o riciclate.
Franca Guglielmetti, presidente della cooperativa Cadiai, ha invece delineato le iniziative della sua impresa verso i ragazzi e gli anziani. Un progetto è stato attivato per supportare gli under18 nel loro percorso scolastico e nella scoperta delle proprie potenzialità, mentre un secondo progetto ha attivato percorsi dedicati a persone avanti con l’età che rischiano di rimanere isolate.
Giorgio Benassi, responsabile della sostenibilità di Coop 3.0, ha raccontato dei progetti della più grande cooperativa di consumo italiana: “Abbiamo una academy che permette a tutti i lavoratori di formarsi, ma sarà possibile partecipare su base volontaria anche ai nostri soci”. Poi c’è il progetto Più vicini, che ha coinvolto 600 mila persone nella scelta dei progetti da finanziare sul territorio.
Leonarda Di Biase, Head of Product Management Business Information Italy di Crif, ha raccontato la visione della sua azienda rispetto alla sostenibilità: “La strategia di sostenibilità di un’impresa può determinarne il successo, certo, ma può portare anche ad un rischio reputazionale che va gestito. Noi abbiamo creato una piattaforma condivisa perché clienti e fornitori possano valutare la propria sostenibilità, e capire cosa fare per colmare eventuali gap”.
Edoardo Croci, professore dell’Università Bocconi di Milano, ha sottolineato l’importanza di un’Agenda urbana, e quindi locale, nel raggiungimento dei gol dell’Onu: “I 169 target dei 17 gol previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu non possono essere raggiunti senza un contributo a livello regionale e comunale. La sfida è coinvolgere tutti gli stakeholder, mobilitare risorse pubbliche ma nello stesso tempo intercettarne molte di più a livello privato, in coerenza con obiettivi condivisi”.
Durante l’incontro Pierluigi Stefanini, presidente di Asvis (l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), ha anche indicato i punti di forza del sistema cooperativo: “il mondo della cooperazione ha la capacità di mettere in campo azioni di riequilibrio delle disuguaglianze e della polarizzazioni che possono manifestarsi”. Come indicazione per il futuro, ha spiegato Stefanini, c’è quella di una sempre più forte collaborazione con le istituzioni.
Come possono collaborare allora istituzioni e mondo cooperativo? “Lo si fa lavorando insieme su tutti questi obiettivi, sugli obiettivi dell’Agenda 2030 che sono trasversali e urgenti, perché la sostenibilità è società, istituzioni e governance. Dunque non possiamo fare altro che lavorare assieme per raggiungerli”, ha concluso Anna Lisa Boni, assessora del Comune di Bologna a fondi europei, Pnrr, transizione ecologica, patto per il clima, candidatura “Città carbon neutral” e relazioni internazionali.