Nasce a Bologna il primo Osservatorio congiunto tra cooperative e sindacati sui Workers Buyout, il salvataggio cioè di un’impresa in crisi da parte degli stessi dipendenti, che per farlo si associano in cooperativa.
L’osservatorio bolognese, nato da un costante dialogo tra il mondo cooperativo, Cgil, Cisl e Uil e le istituzioni locali, servirà a monitorare le crisi, ma anche i momenti di ricambio generazionale in azienda o le opportunità di utilizzo di beni confiscati alla mafia.
Obiettivo sarà individuare possibili casi di Workers Buyout (Wbo) che saranno poi oggetto di analisi di fattibilità congiunta. L’osservatorio produrrà materiale divulgativo e promuoverà iniziative, seminari e percorsi formativi.
Recentemente si è concluso il primo corso formativo sui Wbo che ha coinvolto le rappresentanze sindacali delle segreterie confederali e di categoria e dirigenti delle centrali cooperative. In tutto venti persone sono state formate. L’esperienza che sarà ripetuta nei prossimi mesi.
Le novità sulle attività di promozione dei Wbo sono state presentate nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato: Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna; Matteo Manzoni, direttore Confcooperative Bologna; Massimo Mota, presidente di Agci Bologna; Maurizio Lunghi, segretario Cgil metropolitana; Enrico Bassani, segretario Cisl metropolitana; Carmelo Massari, segreteria Uil metropolitana; Sergio Lo Giudice, capo di Gabinetto Città Metropolitana di Bologna.
“Quella tra cooperazione e sindacati sui Wbo è un’intesa di grande importanza, sia per il valore politico e culturale della formazione congiunta, sia per l’azione delle organizzazioni di rappresentanza tesa a rafforzare la coesione sociale e la crescita del territorio – ha detto Rita Ghedini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane di Bologna e di Legacoop Bologna – La partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa sarà sempre più un elemento determinante dei percorsi di rafforzamento del territorio e di rinnovamento delle relazioni industriali, a cui dare ruolo generativo. Questo protocollo mette anche in risalto l’attualità della forma cooperativa come modello in grado di trattenere il valore nel territorio dove è prodotto”.
“Se ben studiato il Wbo è un percorso di successo, anche perché l’investimento che fanno i lavoratori in termini di professionalità e risorse è importante – ha aggiunto Ghedini – Almeno dal 2018 c’è in campo un percorso condiviso tra cooperative e organizzazioni sindacali. Inoltre, per la prima volta, è iniziato un percorso formativo tra funzionari delle tre centrali cooperative aderenti all’Alleanza delle cooperative, e funzionari sindacali. E’ un modo per condividere la cassetta degli attrezzi: conoscere lo strumento, condividere i percorsi, riflettere su quali siano le migliori pratiche. In più nasce un osservatorio sul tema dei Wbo, un organismo comune tra cooperazione e sindacati che potrà senza dubbio dare un apporto”.
Secondo uno studio realizzato da Cfi (Cooperazione Finanza Impresa), fondo che promuove la nascita e lo sviluppo di imprese cooperative, partecipato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dai fondi mutualistici di AGCI, Confcooperative, Legacoop, dal 2011 a oggi ci sono stati 87 Workers Buyout in Italia, che hanno consentito la salvaguardia 2.293 posti di lavoro in imprese che sviluppano un fatturato di 370 milioni di euro.
In Emilia-Romagna i Wbo sostenuti da Cfi sono stati 28: 749 i posti di lavoro tutelati, 127 milioni il fatturato salvaguardato. Nel territorio di Bologna i Wbo accompagnati dalle centrali dell’Alleanza delle Cooperative, oggi attivi, sono stati 5: 135 posti di lavoro interessati, 15 milioni il fatturato delle imprese coinvolte.
Sempre secondo Cfi per ogni euro pubblico investito sui workers buyout il ritorno è di sei volte più grande.
“Per noi è importante che ci sia luogo comune di incontro tra coop e sindacati”, ha spiegato Sergio Lo Giudice, capo di Gabinetto della Città metropolitana di Bologna. Per la Città metropolitana, ha aggiunto Lo Giudice, “il Wbo è uno strumento importante che teniamo sempre in considerazione assieme all’autoimprenditorialità”. La Città metropolitana ha creato anche “un sistema di formazione e apprendimento permanente, una rete specifica che coinvolge realtà come Manager Italia, e ha già messo in campo iniziative per formare i lavoratori che scelgono lo strumento dei Wbo. Ultima esperienza di questo tipo supportata quella dei lavoratori di Reno Fonderie”.