Bologna, 25 mar. – Una storia (ri)cominciata 80 anni fa, quando a Bologna la cooperazione rimise insieme uomini e donne per ricostruire le case e gli edifici della comunità distrutti dalla dittatura fascista. È questa l’immagine che apre l’Assemblea dei delegatƏ di Legacoop Bologna, ospitata quest’anno dal DAMSLab in Piazzetta Pasolini.
Dopo gli adempimenti istituzionali, è la vicesindaca del Comune di Bologna Emily Clancy ad aprire i lavori: “Legacoop è presidio per la coesione sociale e per l’innovazione, forte della sua memoria storica. Dopo la Liberazione, ricostruì la città ricostruendo una visione. Sostenendo il piano dell’economia sociale, investendo sul welfare territoriale, promuovendo politiche abitative costruì le prime tracce dell’abitare collaborativo e della transizione ecologica”.
“Bologna – continua Clancy – è e sarà sempre una città cooperativa, dimostrazione di come un modello di impresa sociale non solo sia possibile, ma anche vincente. Dimostrazione di come sia possibile crescere insieme, senza lasciare indietro nessuno. Il modello cooperativo è la risposta alle sfide di oggi e di domani: l’invito, allora, è a rimanere uniti, solidali e innovativi, costruendo il futuro che vogliamo, un futuro senza guerre”.
Il rapporto Prometeia
Il ruolo della cooperazione bolognese è al centro anche del rapporto presentato da Mattia Nincheri, Senior Manager – strategic advisory & corporate finance di Prometeia. “Il 2024 è stato l’anno del brusco risveglio per l’economia italiana: di fronte a noi si apre un sentiero di stretta crescita. In questo contesto come si posizionano le cooperative di Legacoop Bologna?”.
Il campione analizzato da Prometeia per tracciare il quadro è ampio: 140 cooperative con un valore di produzione complessivo di 13 miliardi di euro che “hanno registrato performance migliori rispetto alla media del sistema. Il loro triennio 2021-2023 è stato caratterizzato da una crescita economica sostenuta, dal rafforzamento dei margini operativi, dall’incremento della posizione finanziaria netta, dal miglioramento della sostenibilità del debito”. Il fatturato delle cooperative, aumentato di 1 miliardo tra 2021 e 2023, risulta trainato principalmente da commercio e agroalimentare, mentre “maggiori difficoltà sono state registrate dalle cooperative attive principalmente nel settore immobiliare e utility”.
L’intervento della Presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini
Di ricorrenze e orizzonti parla, nella sua Relazione di metà mandato, Rita Ghedini, Presidente di Legacoop Bologna. Dall’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo (1945-2025), al trentesimo compleanno di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, passando per il 2025 Anno internazionale delle cooperative come dichiarato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ma non solo: “Il 27 agosto 1945, con l’avvio della ricostruzione postbellica, rinasceva per iniziativa del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Emilia Romagna, la Federazione delle Cooperative e Mutue di Bologna: 80 anni fa, la cooperazione rimetteva insieme uomini e donne per ricostruire le case e gli edifici della comunità, per rifare le strade, per riprendere a lavorare i campi ingiustamente sottratti alla proprietà e al lavoro dei soci, per produrre e distribuire cibo sano e a prezzi sostenibili, per rimettere insieme braccianti, agricoltori, allevatori, operai, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori nella ricostruzione dei servizi per i e le bolognesi e per coloro che da Bologna, snodo di un Paese che ripartiva, transitavano per altre mete”.
Ghedini richiama il Manifesto di Ventotene e le manifestazioni “sotto le bandiere blu a 12 stelle”, e si rivolge alle quattro generazioni di cittadine e cittadini cresciute nell’Europa moderna “condividendo una condizione di fatto sostanzialmente diversa da quella delle generazioni precedenti: l’affermarsi della democrazia, delle libertà economiche e civili, della mobilità, di un nuovo concetto di cittadinanza plurale. Alla costruzione di questa Europa, noi rappresentanti di un movimento globale, basato sulla partecipazione, il mutuo aiuto e la solidarietà, non vogliamo e non possiamo rinunciare”.
Infine, il richiamo alla centralità del lavoro; all’accessibilità di alloggi adeguati per prezzo e qualità; al nuovo approccio alle fonti energetiche; ai processi di transizione digitale: “Sviluppare la cooperazione è per noi una finalità desiderabile e condivisa, che va oltre noi stesse, che va in favore delle future generazioni, delle comunità e del pianeta”.
Lavoro cooperativo: un veicolo di riscatto e inclusione sociale
Temi, quelli illuminati da Ghedini, al centro dei 4 Panel, sintesi delle voci del mondo cooperativo, moderati da Ilaria Vesentini, giornalista del Sole 24 Ore. Sul palco per “Lavoro cooperativo: un veicolo di riscatto e inclusione sociale”, Antonietta Troisi, PhD Candidate Unibo e vincitrice del Premio Calanchi Turrini 2023; Andrea Scavolini, Presidente Refresh Academy; Samanta Zucca, Presidente NCV – Logistica ecolutiva.
(©)Foto Paolo Righi
Troisi, nella sua tesi, si è concentrata sulle operazioni di workers buyout: “Recuperare per salvare, è questa la logica alla base. I numeri delle esperienze di successo di workers buyout sono in crescita, ma va ribadita la necessità di supportare i lavoratori al netto di situazioni di crisi o insolvenza”.
È fiducia, invece, la parola in Refresh Academycui affonda le radici, come spiega Scavolini: “Diciannove persone in condizioni di fragilità che rischiano di essere escluse dalla società stanno frequentando il nostro corso intensivo per diventare sviluppatori e sviluppatrici. I risultati sono ottimi. Tutti noi abbiamo un potenziale inespresso, il presupposto per esprimerlo è che qualcuno creda in noi”.
NCV è stata la prima firmataria della Carta Metropolitana per la Logistica Etica di Bologna. “Trasparenza, legalità e inclusione sono le nostre parole d’ordine – dice Zucca –. Nel 2024 abbiamo aperto una scuola di italiano gratuita per soci e socie; abbiamo realizzato due dizionari, uno sulla sicurezza, uno sulla logistica; abbiamo figure di mediazione quando le persone cominciano a lavorare nei cantieri. Abbiamo dipendenti e soci di 28 nazionalità: investire nella loro inclusione significa investire nei bolognesi di domani, i loro figli e le loro figlie”.
Cooperazione come soggetto di rigenerazione urbana
È il titolo del secondo panel, con gli interventi di Claudia De Luca, Junior Assistant Professor Unibo e vincitrice del Premio Venturi 2024; Paola Papinutto, Vicepresidente SUMs Architects; Andrea Mascherini, Presidente Coop Reno.
“Cosa può fare la cooperazione per rigenerare città – si chiede De Luca –? L’idea è che l’espressione ‘gestione del verde’ non significhi più solo manutenzione, ma anche attivazione di relazioni sociali, Urban Green Stewards, facilitatori di integrazione, attività sportiva, accessibilità fisica. Solo a Bologna sono 300 le associazioni che lavorano nelle aree verdi”.
SUM sta per Sostenibilità, Universal Design, Matematica: “Siamo una società cooperativa di architetti con esperienza lavorative completamente diverse – racconta Papinutto –. Abbiamo scelto questa forma per un senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente e della società. La concorrenza, nella progettazione urbana, è agguerrita, ma siamo convinti della necessità di invertire l’approccio: accessibilità e inclusione devono essere gli step iniziali, non possono essere aggiunti in corsa”.
Si chiama Spazio Tengo il Centro direzionale di Coop Reno, un’area di 22 mila metri quadri oggetto di riqualificazione urbana. Un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building), un auditorium, uno spazio per la ricerca e l’innovazione, un coworking, un kinderheim per bambini e ragazzi, un parco. “Il ragionamento che ha portato alla sua nascita – ripercorre Mascherini – è partito nel 2019. Tante incertezze hanno caratterizzato i primi passi, ma oggi abbiamo una grande certezza: la flessibilità mentale è importante, come sono importanti gli spazi comuni. Oggi le nostre attività coinvolgono 2500 persone”.
Transizione digitale come interpretazione del mutualismo
È il tema del terzo panel, affrontato da Stefano Tortorici, PhD Candidate Scuola Normale di Pisa e vincitore del Premio Calanchi Turrini 2024; Matteo Botteghi, Presidente di Pathoxphere; Mattia Grillini, Vicepresidente Camst Group.
“Le piattaforme cooperative possono essere un’alternativa al capitalismo digitale – chiede Tortorici –? Forse in futuro, per ora sono relegate sullo sfondo. Come invertire la rotta? Migliorando le condizioni di lavoro e facendo investimenti sostanziali”.
Pathoxphere, tra i vincitori del Premio Coopstartup Change Makers , è la prima cooperativa che integra tutti i servizi per la diagnostica oncologica: “Il laboratorio dell’anatomopatologo è l’ultimo analogico rimasto – sorride Botteghi –, vogliamo cambiare. Siamo patologi, tecnici di laboratorio, sviluppatori, aziende specializzate in citologia e istologia, aziende fornitrice di attrezzature per laboratori e specialisti in sostenibilità ambientale e gestione dei rifiuti sanitari. Insieme, con una approccio sinergico e multidisciplinare, affrontiamo la sfida della diagnosi precoce del cancro in Italia e nei Paesi in via di sviluppo”.
“L’idea di partenza era semplice: volevamo far sentire ancora più partecipi alla vita della cooperativa i nostri soci e le nostre socie – spiega Grillini –. Così tre anni fa è nata l’app Camst People. Ogni giorni vi accedono circa 1300 persone, contiamo 450mila accessi unici all’anno. Sull’app è possibile vedere i cedolini e le certificazioni uniche, consultare i movimenti, il saldo del conto capitale sociale, del libretto socio e delle azioni. Con il nostro team dedicato cerchiamo di aggiungere sempre nuovi servizi e prestazioni”.
La chiave cooperativa per una transizione green
Asia Guerreschi, Ricercatrice Unife e vincitrice del Premio Calanchi Turrini 2024; Paolo Benfenati, Presidente Wevez; Giorgio Baracani, Presidente CONAPI sono i protagonisti del quarto e ultimo panel, “La chiave cooperativa per una transizione green”.
“Non c’è chiarezza sul significato di economia circolare – spiega Guerreschi –. Da qui l’importanza di approfondire innovazioni integrate per l’economia circolare e la decarbonizzazione nelle imprese cooperative, con l’obiettivo di perseguire una sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
“Siamo una Comunità Energetica, o Comunità di Energia Rinnovabile (CER) – sottolinea Benfenati –, cioè siamo un insieme di soggetti che producono, consumano e gestiscono la nostra energia rinnovabile. Salvare il pianeta non è il futuro ma il presente, per questo invitiamo tutti ad associarsi come consumatore e/o produttore di energia pulita, unendosi a una rete che condivide e risparmia”.
“Non sempre api e agricoltori vanno d’accordo – ammette Baracani –, ma si possono trovare sinergie vantaggiose per tutti. Lo dimostra la collaborazione che abbiamo stretto con Granarolo, che ha l’obiettivo di collocare arnie in stalle di soci-allevatori in un’ottica anche di tutela e monitoraggio del territorio. Mettere in campo buone pratiche per rispettare la biodiversità e sensibilizzare produttori e consumatori è fondamentale per fare la differenza”.
Gli appuntamenti per gli 0ttantanni di Legacoop Bologna
Al termine dei panel, è Simone Fabbri, Responsabile Relazioni Esterne e Sostenibilità, ad annunciare le tappe dei festeggiamenti per i primi 80 anni di Legacoop Bologna. Si parte il 17 aprile da Monte Sole, ospiti della Scuola di Pace, perché “la cooperazione è antifascista”.
La cooperazione è anche lavoro, per questo dal 1° al 18 maggio gli spazi di DumBO accoglieranno la mostra “Al lavoro”, un progetto espositivo che esplora il tema del lavoro e delle sue criticità attraverso la fotografia, con una sezione dedicata al lavoro cooperativo, come riscatto, emancipazione e inclusione sociale. L’11, il 12 e il 13 dicembre al Teatro Testoni Ragazzi andrà in scena lo spettacolo teatrale realizzato dalla cooperativa La Baracca, un’opera in equilibrio tra presente, passato e futuro tra le sfide che il mutualismo ha davanti.
“Cooperare significa anche evolvere, ecco perché il 16 maggio saremo allo Spazio Battirame 11 della cooperativa sociale Eta Beta, luogo rigenerato, assieme al neurobiologo vegetale, scienziato e divulgatore Stefano Mancuso”, spiega Fabbri. Il 17 giugno, al Museo della Civiltà Contadina a Villa Smeraldi a Bentivoglio, sarà l’occasione per riflettere sul ruolo della cooperazione nelle specie socialmente complesse in rapporto al gruppo di appartenenza e al comportamento competitivo.
“Il 9 luglio al Tecnopolo esploreremo il mondo della scienza indagando come i ricercatori, cooperando tra di loro a livello internazionale, diano vita a una forma di ‘intelligenza collettiva’ che si nutre della loro esperienza e collaborazione e attraversa le loro esistenze”. Alla pace, al dialogo e alla condivisione sarà dedicato l’evento del 25 settembre alla Rocca dei Bentivoglio di Bazzano con il Cardinale Zuppi.
“Cooperare è anche popolare, ecco perché il 14 agosto saremo in Piazza Maggiore a Bologna a ballare sulle note della Filuzzi. In fondo – ammette Fabbri –, ogni compleanno che si rispetti prevede anche un momento ludico e musicale”.
“I nostri ottant’anni vissuti assieme a questa splendida città – conclude Fabbri – sono state e sono intense ‘relazioni cooperative’ che ci fanno crescere insieme e ci insegnano una modalità di stare insieme; che ci permettono di connettere passato e presente, con radici forti e una identità ‘orientata’ al futuro; che ci aprono al riconoscimento e alla reciprocità tra le persone”. Relazioni cooperative che culmineranno nell’evento del 16 ottobre al Cinema Modernissimo di Bologna, dove “dialogheremo sul futuro dell’Economia Cooperativa immaginando le prospettive di sviluppo, tracciando nuove visioni, costruendo scenari possibili”.
A chiudere i lavori dell’Assemblea, Simone Gamberini, Presidente Legacoop. “Il sistema è complesso, come è complesso il futuro. Come incidere, allora, sulla realtà? Rappresentando la soluzione e non solo l’elenco dei problemi. Le nostre cooperative, come ha evidenziato il rapporto Prometeia, stanno meglio rispetto al pre-pandemia, ma le incertezze sono tante. Abbiamo corso il rischio di omologarci, ma abbiamo deciso, convintamente e all’unanimità, che la strada giusta fosse quella che costruisce la responsabilità economica d’impresa in modo cooperativo, che favorisce processi di aggregazione e consolidamento che mettono al centro i soci, le socie, e il loro lavoro”.
“Negli ultimi anni abbiamo trasformato l’associazione, oggi anche supporto e accompagnamento per tutte le cooperative per i prossimi 80 anni. Insieme costruiremo nuove competenze e affronteremo mondo e mercati in cambiamento: non faremo mera manutenzione, trasferiremo e implementeremo un patrimonio intergenerazionale. Servono nuove competenze manageriali che non sempre è possibile reperire nel mondo cooperativo. Ecco perché dobbiamo essere ancora più attrattivi, ancora più desiderosi di condividere e trasmettere i nostri valori, che ci rendono unici”.
“L’economia sociale può diventare motore del Paese, abbiamo un’idea di modello di sviluppo ben diversa da quella capitalistica mainstream. Noi non siamo la controparte, siamo qualcosa di diverso e vogliamo governare questo processo. Possiamo essere la soluzione e agire come attori delle politiche industriali, siamo competitivi. Nei prossimi mesi attraverseremo l’Italia e uniremo, idealmente, la Biennale dell’Economia Cooperativa 2024 di Bologna alla Biennale 2026 di Milano, anno in cui festeggeremo i nostri primi 140 anni, che ci premiamo come associazione di rappresentanza più longeva del Paese”.