Bazzano, 25 sett. – Con l’incontro ospitato alla Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, dedicato al tema della costruzione della pace, si è chiuso il ciclo “Cooperare per evolvere”, rassegna ideata da Legacoop Bologna per celebrare gli 80 anni dalla ricostituzione dell’associazione. Dopo gli appuntamenti con Stefano Mancuso, Telmo Pievani, Luisa Cifarelli e Sergio Bertolucci, il quarto e ultimo dialogo ha visto protagonista il cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, intervistato dal caporedattore di Repubblica Giovanni Egidio.
A introdurre la serata è stato Simone Fabbri, responsabile Sostenibilità di Legacoop Bologna: “Abbiamo voluto chiudere il percorso con una riflessione sull’approccio cooperativo alla costruzione della pace. È un tema che purtroppo è attuale da sempre, ma che sentiamo oggi particolarmente vicino a causa dei conflitti in Europa e in Medio Oriente”.
È stata poi la volta di Giulia Casarini, presidente di CADIAI, cooperativa partner dell’evento, che ha ricordato come “lavorare ogni giorno per ridurre fragilità, disuguaglianze ed emarginazione significhi contribuire a costruire pace”, mentre Miriam Finocchiaro, responsabile comunicazione di Granarolo S.p.a., anch’essa partner dell’iniziativa, ha sottolineato che «cooperare non è un’utopia, ma un modo per attuare la pace, come dimostra la stessa nascita dell’Unione Europea».
Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, ha ribadito il senso profondo del percorso: “Non pensavamo di doverci ritrovare, ottant’anni dopo la ricostituzione della nostra associazione, a parlare ancora di guerra. Eppure lo facciamo, convinti che la cooperazione significhi continuare a mobilitare coscienze, stare spalla a spalla. Per questo saremo presenti alla marcia Perugia-Assisi».
Il dialogo con Zuppi
Il cuore della serata è stato il confronto tra Giovanni Egidio e il cardinale Zuppi, che hanno parlato del forte connubio tra cooperazione e costruzione di percorsi di pace, agganciandosi, inevitabilmente, ai temi della cronaca più recente, dalla spedizione della Global Sumud Flotilla a Gaza, all’ Ucraina, dove Zuppi è andato in missione diplomatica per conto di Papa Francesco.
Alla domanda su come gestire la paura che i conflitti generano, Zuppi ha risposto, ribadendo che “la consapevolezza di chi coopera è che soltanto insieme si trovano le soluzioni” e che “la paura deve diventare consapevolezza e interiorità, non sonno”.
Interpellato sulle manifestazioni pacifiche di questi mesi, il cardinale ne ha sottolineato l’importanza e la necessità, soprattutto, in relazione a “a scelte politiche e diplomatiche concrete, che da esse devono scaturire. La cooperazione nasce dalla consapevolezza che siamo tutti nella stessa casa comune”.
Un passaggio importante del dialogo è stato anche sul ruolo degli organismi internazionali, “la cui esistenza è la dimostrazione che è possibile superare i conflitti”, in merito ai quali Zuppi ha ammonito: “Senza strutture sovranazionali resta solo la logica della forza. L’Europa e l’ONU, pur in difficoltà, restano strumenti essenziali per trasformare il desiderio di pace in meccanismi di pace”.
Quanto al compito della Chiesa, Zuppi ha parlato di “grande responsabilità”, ribadita sia da Papa Francesco ci ha messo in guardia rispetto alla globalizzazione dell’indifferenza, e ribadita da Papa Leone, che ha parlato anche di globalizzazione dell’impotenza. Dobbiamo costruire nuove architetture di dialogo e solidarietà, ha continuato Zuppi, perchè “Il dialogo non è mai inutile, anche se sembra ambiguo: è l’unica via per uscire dalla logica del monologo”.
In chiusura, il cardinale ha richiamato l’Europa come segno concreto di speranza: «chi avrebbe immaginato, dopo due guerre mondiali, che francesi e tedeschi avrebbero imparato a vivere insieme? È la prova che la pace e il dialogo sono possibili. La cooperazione ci ricorda che dobbiamo imparare a pensare e vivere insieme”.