Terzo appuntamento di confronto tra mondo cooperativo bolognese e pubblica amministrazione sui temi raccolti sotto il nome di Grande Bologna, il piano programmatico di mandato del Comune di Bologna.
Dopo l’incontro con Annalisa Boni sul Pnrr, e quello con Rizzo Nervo sul Welfare, sul tavolo ci sono questa volta, i temi legati alle trasformazioni urbane promossi attraverso la revisione del Piano urbanistico generale (Pug).
In dialogo con il mondo cooperativo bolognese, Raffaele Laudani, assessore con delega Urbanistica ed edilizia privata del Comune di Bologna e Francesco Evangelisti, direttore Urbanistica, settore Ufficio di Piano del Comune di Bologna.
Ad aprire i lavori, Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, che ha subito evidenziato “il segno di forte innovazione” che arriva con la revisione del Pug, che porterà a cambiamenti urbanistici importanti “per tutti i settori in cui opera Legacoop e che dovrebbe rispondere all’evoluzione dei bisogni del territorio.”
“Oggi viviamo con le scelte urbanistiche degli anni ‘80 e ‘90”, conclude Rita Ghedini, “la visione per il futuro della città è interesse di tutta la cooperazione ”.
La parola passa poi a Simone Fabbri, responsabile area sostenibilità di Legacoop Bologna, che ha ricordato il prezioso percorso di pre-revisione del Pug in cui è stata coinvolta la cooperazione, insieme ad altri soggetti portatori di interesse.
Nel lasciare la parola al Comune di Bologna, Fabbri lancia il tema di come il Pug ridisegnerà la città nei prossimi anni, evidenziando l’importanza dell’esperienza delle Cooperative di abitanti nell’ambito dell’edilizia residenziale sociale (Ers), che permette di accedere alla casa con un 30% in meno rispetto al mercato privato, garantendo in ambito metropolitano 3.500 alloggi per 17 mila soci di cui circa 1000 in lista di attesa.
Raffaele Laudani apre il suo intervento mettendo in evidenza i cosiddetti progetti bandiera previsti nel Pug: la città della conoscenza, ovvero il “tentativo di ripensare le politiche della città intorno al tema della conoscenza, tenendo conto che con il Tecnopolo, a Bologna è presente l’80% della capacità di calcolo del paese”.
Poi c’è il tema dell’Impronta verde, “una grande infrastruttura ecologica che ha l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini il diritto di poter raggiungere uno dei sei parchi urbani, a piedi o in bicicletta in massimo 10 minuti.”
E ancora, l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2030. Obiettivo che Bologna condivide con altre 99 città europee tra cui, in Italia, Bergamo, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.
Infine il tema della prossimità e la questione abitativa.
Per Laudani tutti gli interventi previsti nel Pug, sono fatti tenendo conto di questi obiettivi e attraverso “l’osservazione e il confronto con il territorio, in linea con l’idea dell’amministrazione condivisa che ha questo mandato.”
Questo perché, continua Laudani, “siamo convinti che questa sia un’epoca in cui si devono costruire alleanze politiche e in cui si devono dare risposte sistemiche di territorio”.
Viene poi affrontato il tema degli alloggi, dove il Comune si trova a fronteggiare diversi ambiti di intervento per fasce della popolazione con esigenze diverse.
Da una parte ci sono le cosiddette fasce grigie, “le coppie o i lavoratori a medio basso reddito, e tutte le persone escluse da Er.go (l’Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia Romagna) ma che, allo stesso tempo, non riescono a inserirsi nel mercato privato”.
Dall’altra ci sono gli studenti Erasmus, un ambito in cui l’Università di Bologna registra numeri importanti sia in entrata che in uscita, circa 3400 studenti l’anno, ma che rappresenta un mercato con delle permanenze limitate (tra 6 mesi e 1 anno).
Infine ci sono i lavoratori del Tecnopolo, che si stimano saranno 1350, e che avranno esigenze ancora diverse, uno “standard di reddito medio alto, ma anche un’alta mobilità”.
Tre sostanzialmente le ipotesi di risposta nel breve e medio termine. Un incentivo volumetrico per tutti quegli interventi che decidono di fare alloggi Ers o che ne fanno di più di quelli previsti; la gestione diretta del Comune per quelle imprese che non hanno nel proprio modello di business la gestione degli alloggi Ers anche attraverso Joint venture e consorzi, nell’ottica di maggiore flessibilità e infine il trasferimento dell’obbligo, ovvero garantire per un certo numero di anni una certa quantità di alloggi in ers, facendo coincidere i bisogni del privato e del pubblico.
La parola passa poi a Francesco Evangelisti, per un punto sui cambiamenti più significativi introdotti dal Pug. Tra questi ci sono gli interventi a sostegno della neutralità climatica, nel segno di una ricalibrazione della produzione di energia. Quindi impulso all’installazione di pannelli fotovoltaici e all’infrastruttura che serve per raccogliere l’energia e a rimetterla in rete. Parziale ripensamento delle norme che riguardano l’impermeabilità e la permeabilità dei suoli. Anche in ottica di rischio idraulico e idrogeologico.
La rigenerazione delle aree dismesse, di cui l’Area del ex-Ravone (dove oggi c’è DumBo), rappresenta certamente uno degli interventi di maggior rilievo (“vogliamo comprarlo”) e che potrebbe essere replicato anche nell’area della caserma Stamoto (“vogliamo aumentare la conoscenza del dismesso attraverso il lavoro di mappatura che stiamo facendo con Planimetrie culturali”)
Il controllo della qualità delle trasformazioni diffuse, “attraverso norme che spostino il baricentro dagli interventi edilizi (ora al 90%) agli interventi urbanistici (ora al 10%)”.
Nel finale spazio agli interventi del mondo cooperativo dove, tra le altre cose, è emersa grande soddisfazione per i processi partecipati di revisione al Pug insieme all’esigenza di “fare ogni sforzo per aumentare la visione integrata e sistemica per rendere Bologna città di traino del paese.”
La conclusione è affidata a Rita Ghedini che avverte: “Il mondo finanziario deve riconoscere il nostro modello come affidabile, flessibile e più vicino alle persone. Dobbiamo essere più coraggiosi, dobbiamo ricominciare a fare movimento.”