“Riteniamo che la valutazione dell’impatto complessivo, non solo economico ma anche ambientale e sociale, di tutte le realtà associate a Legacoop Bologna, sia molto più rilevante che la mera comunicazione dei dati esclusivamente economici”.
Introduce così Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, la presentazione del Report di Sostenibilità 2023, che misura il contributo annuale al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 delle cooperative sul territorio bolognese.
Un impatto decisamente positivo, come testimoniato dai numeri che raccontano una rete di imprese cooperative con performance di sostenibilità “ottima”, “buona” o “soddisfacente” per l’84% e nessuna insufficienza per le restanti. Anche nell’ambito dei contratti di lavoro, nelle cooperative bolognesi l’89% sono a tempo indeterminato mentre è di oltre 13,6 miliardi di euro il valore della produzione e di oltre 3 miliardi e mezzo il patrimonio netto.
Gli impianti per produrre energia da fonti rinnovabili sono il 67% delle cooperative, mentre le pratiche di conciliazione dei tempi di vita e lavoro sono presenti nel 77% delle associate che hanno anche recuperato e donato cibo per un valore pari a 1,3 milioni di pasti, per 51.400 tra bambini, ragazzi e adolescenti che accedono a servizi delle coop sociali.
Numeri importanti anche in riferimento al Benchmark nazionale, dove abbiamo performance Ottima nell’1% dei casi, Buona nell’8%, Soddisfacente nel 22%, Sufficiente nel 46% e Basso nel 23%
A raccontare i dati, Simone Fabbri, Responsabile Relazioni Esterne e Sostenibilità di Legacoop Bologna, che, tra le altre cose, ha evidenziato come all’interno dell’ambito della sostenibilità economica, il 97% delle cooperative ha attivato corsi di formazione, per un totale di 331.641 ore erogate (contro il 68,9% a livello nazionale). Altro dato interessante è quello che inquadra il cosiddetto work-life balance, importante per il 77% delle imprese cooperative che hanno quindi attivato strumenti di attuazione, come flessibilità oraria e smart working (56%), agevolazioni per famiglie, asilo, summer camp, borse studio (20% ) e contratti part time (30%).
Nella sfera della sostenibilità sociale, “i numeri dimostrano come cittadini e comunità siano al centro dell’agire cooperativo, con 4.129 persone raggiunte da politiche attive del lavoro, e un sostegno alle fragilità di realtà che collaborano con la pubblica amministrazione che è stata in grado di raggiungere 22.658 persone”.
La sostenibilità ambientale “si traduce in business che si convertono a una logica più green”. Come testimoniano e il 55,3% delle imprese che ha attivato percorsi di economia circolare realizzati per la stragrande maggioranza in filiera, insieme ad altre imprese, con azioni che spaziano dal recupero di sottoprodotti, al riutilizzo, riciclaggio fino al recupero per la produzione di energia.
Nel settore food, le cooperative stanno agendo su più livelli: sia attraverso lo sviluppo di linee di prodotti e produzione biologica, sia con progetti di contrasto allo spreco alimentare. Entrambe le attività sono sviluppate dall’88% delle imprese. La merce recuperata e donata a realtà senza fine di lucro è equivalente a 1.3 milioni di pasti.
Per Stefano Dall’Ara, presidente di SCS Consulting (azienda che ha avuto un ruolo attivo nel declinare obiettivi e target dell’Agenda ONU 2030 in indicatori customizzati) “La sostenibilità è sempre stata nel DNA del mondo cooperativo, ma che spesso non è stata valorizzata”. “Oggi”, continua Dall’Ara, “è importante che passi il concetto che sostenibilità non significa soddisfare le richieste del legislatore ma fare qualcosa per la comunità e per rispondere alle esigenze di crescita di un territorio”.
Sulla stessa linea anche Marco Preti, amministratore delegato di Cribis, che attraverso la piattaforma digitale SynESGy, ha raccolto e gestito le informazioni sulla sostenibilità delle aziende. “La sostenibilità è considerata la quinta rivoluzione industriale. Oggi c’è grandissimo attenzione da parte dei consumatori a quello che comprano, così come grande attenzione ce l’hanno i talenti quando entrano in impresa”. “Legacoop Bologna”, conclude Preti, “è stata tra le prime a capire l’importanza della misurazione ESG”.
“Fare meglio nei territori in cui opera” è per Rita Ghedini, “da sempre il tratto distintivo del lavoro della cooperazione”. “L’obiettivo è non solo rendere conto dei risultati ottenuti, ma impostare la logica d’impatto nella pianificazione strategica delle associate, affinché diventi una programmazione strategica.”