Da diverse settimane, il nostro territorio è al centro di dibattiti e riflessioni su nuove esperienze di economie collaborative, che mettano assieme le energie cittadine, nuove forme di imprenditorialità civica e sociale con istituzioni locali. Quanto emerso per esempio il 6 e 7 novembre scorso durante la conferenza THE CITY AS A COMMONS raccontata a più riprese dalla redazione di Vicoo, e sottalineato durante il suo intervento anche dall’Assessore all’Economia di Bologna, Matteo Lepore, è quello di nuove esperienze di sharing economy emergente che riescono a coniugare collaborazione, scambio e conoscenza, cercando di non tralasciare l’aspetto della salvaguardia dei diritti dei lavoratori ed il rispetto di uno sviluppo equo e sostenibile.
Guido Smorto, ricercatore all’Università di Palermo, ci aiuta a mettere in chiaro i punti salienti della sharing economy così come si sta sviluppando nei nostri contesti urbani.
Quindi lo spazio di sperimentazione di nuove prassi di economie innovative e condivise devono per forza passare per spazi di innovazione sociale, avanguardie e movimenti di cittadini che attraverso la sperimentazione di buone prassi e la messa in condivisione di pratiche collaborative economiche e sociali possano immaginare nuovi scenari di cooperazione fra attori dei nostri territori. Ma ion tutto questo, che ruolo deve giocare la Pubblica Amministrazione, una volta soggetto unico e privilegiato a dettare le regole del gioco?
Secondo Ezio Manzini, designer dei beni comuni e autore di numerosi saggi e ricerche, il ruolo della PA è fondamentale, di controllo e funzionalità di tutto il sistema.
Insomma, siamo ormai pronti per generare scenari di cooperazione di nuova generazione, fra soggetti altamente formati, innovativi e collaborativi, e dove gli spazi pubblici ed i loro amministratori locali hanno la lungimiranza e flessibilità di viversi al servizio di idee e pratiche condivise e non più solo come una gestione grigia e burocratica dell’ordinario.
Uno scenario del 2030 che Silke Helfrich della della P2P Foundation mette giù con poche ma semplici regole del gioco: partire sempre dai bisogni dei cittadini!