Due nuove interviste della serie realizzata dai giovani cooperatori di Generazioni Bologna con i rappresentanti di alcune cooperative associate a Legacoop Bologna, per parlare di come coniugare innovazione e sostenibilità.
Le interviste sono state realizzate prima dell’attuale emergenza sanitaria: gli scenari allora delineati, pur rimanendo dei solidi pilastri della strategia aziendale, potranno subire nel prossimo futuro delle rivisitazioni o degli aggiustamenti in corsa, per lo scenario macro-economico che si tratteggerà dopo l’emergenza.
È comunque utile proporne i contenuti, consapevoli che nella situazione di crisi da coronavirus i modelli di gestione aziendali sostenibili ed equi e i principi dell’Agenda 2030 nel loro insieme rimangono un orientamento da seguire per tutte le organizzazioni e le imprese, affinché continuino a ricoprire un ruolo attivo e propositivo nell’odierno contesto economico.
Vicoo-Visioni Cooperative è lieta di pubblicare sul suo social media magazine i contenuti emersi da queste interviste. Buona lettura!
Coop Alleanza 3.0, innovazione e sostenibilità nascono dal confronto con gli altri
Giorgio Benassi, Responsabile sostenibilità e rapporto con gli stakeholder Coop Alleanza 3.0
“Non basta essere cooperativi per essere sostenibili, la sostenibilità va alimentata ogni giorno”.
Cosa significa per voi sostenibilità?
Il concetto di sostenibilità corrisponde in buona parte all’attuazione stessa dei valori cooperativi, in cui la cooperativa si riconosce. Essere cooperativa significa tenere in considerazione tutti gli stakeholder, dai soci ai fornitori, dalle istituzioni alla comunità territoriale di riferimento, per garantire uno sviluppo sostenibile.
Attività commerciale e sostenibilità sono due aspetti strettamente collegati: non è possibile realizzare la propria attività caratteristica prescindendo dalla tutela e dalla valorizzazione del territorio e della comunità di cui questa è parte.
Coop Alleanza 3.0 ha costruito il suo modello di sostenibilità aziendale sulla scorta di tre esperienze e approcci leggermente diversi. La cooperativa nasce infatti nel gennaio 2016 dalla fusione tra Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Consumatori Nordest. Questo importante processo di integrazione ha permesso di mettere a confronto idee e stili diversi, e di costruire una nuova idea di sostenibilità, che ha alla base la costituzione di un Comitato politiche sociali e sostenibilità all’interno del cda e a di un’unità organizzativa dedicata alla sostenibilità aziendale, che è strettamente legata agli obiettivi dell’agenda Onu 2030, come abbiamo scritto nell’aggiornare la nostra missione.
Quanto l’innovazione e la sostenibilità sono determinanti e inscindibili l’una dall’altra? Nella vostra cooperativa vengono approcciati insieme?
Penso che l’innovazione nasca soprattutto dal confronto e dall’interazione con gli altri, questa è una regola ancora più forte in una cooperativa come la nostra, che ha come fine quello di soddisfare i bisogni – espressi e non – di oltre 2 milioni di soci. Questo approccio di apertura e di vera e propria attenzione agli stakeholder è considerato elemento strategico per lo sviluppo, tanto che le attività previste nel Piano di sostenibilità sono parte del più ampio piano di rilancio della cooperativa. Di fatto, è proprio a partire dal concetto di sostenibilità che si innova e si programmano le attività future.
Perché il Piano di sostenibilità è innovativo? La sostenibilità può essere vista come leva dell’innovazione?
Il Piano è frutto di un lungo e complesso lavoro durato più di un anno, durante il quale si è cercato di combinare elementi e interessi di vario tipo: la valorizzazione e tutela dell’identità cooperativa, il progressivo adeguamento ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030, l’ascolto e l’inclusione degli stakeholder. Si tratta di un piano nato dal basso, realizzato grazie all’impiego di una matrice di materialità costruita combinando informazioni raccolte dai “diretti interessati”, tramite interviste e focus group, raffrontate ai 4 pilastri che Alleanza 3.0 ha individuato come proprio riferimento: la tutela del patrimonio intergenerazionale, la produzione e il consumo sostenibili, l’equa distribuzione delle risorse, la generazione di opportunità.
Questo imponente lavoro ha permesso di puntare su azioni concrete, direttamente nei punti vendita e nelle sedi, rendendo operativo l’approccio identitario e valoriale che si adottava in precedenza, forse un po’ più attendista: grazie all’elaborazione diffusa del piano, la cultura della sostenibilità sta arrivando al centro dell’attività della cooperativa.
La sostenibilità è certamente una leva dell’innovazione, proprio perché i progetti del Piano sono attuali rispetto agli SDGs, ai problemi del Paese e alle richieste degli stakeholder. La sostenibilità non si fa da soli, ma sempre confrontandosi con l’esterno.
La sostenibilità viene spesso correlata alla capacità di avere uno sguardo rivolto al futuro: come si può conciliare questa capacità di visione di lungo periodo con i processi aziendali quotidiani di stretto respiro?
La sostenibilità è connessa alla capacità di tenere in considerazione la dimensione di lungo termine. Coop Alleanza 3.0 con il suo Piano strategico ha scelto di darsi come primo obiettivo il medio-termine, con un piano triennale, conciliando poi i tempi lunghi degli obiettivi strategici con le progettualità maggiormente operative, tra cui quelle contenute nel Piano di sostenibilità.
La digitalizzazione è uno dei concetti del dibattito contemporaneo ed è considerata imprescindibile nel momento in cui si parla di innovazione. Potrebbe essere utile un percorso digitale?
La digitalizzazione, pur non essendo un obiettivo primario, è ritenuta strumento imprescindibile per mantenere e innovare le modalità di ingaggio dei soci. La Cooperativa ha l’obiettivo di evitare di ridurre la sua attività a un semplice scambio di prodotti, il socio non è considerato un semplice cliente, e il digitale può aiutare in questo.
Coop Alleanza 3.0 ha sviluppato una nuova strategia digitale in cui sono valorizzate le iniziative sociali. Ad esempio, con l’iniziativa “Uno per tutti 4 per te“, i soci facendo la spesa generano in automatico benefici per il territorio (1% delle spese dei prodotti a marchio Coop) e per se stessi (4% ritorna come sconto sulla spesa). L’iniziativa, che è attivabile con l’iscrizione al sito, permette ai soci di accedere al canale digitale, attraverso cui possono conoscere i progetti sostenuti e anche molto altro della nostra offerta distintiva.
Questo ha evidenziato l’esigenza di avviare nuovi canali, magari più veloci e digitali, per raggiungere e avvicinare i soci, in particolare i più giovani. Le modalità analogiche tradizionali, come ad esempio le assemblee, non sono più sufficienti per intercettare i bisogni delle nuove generazioni e fidelizzare nuovi gruppi di clienti: per questo in futuro saranno aperti ai soci nuovi contenuti digitali, per far conoscere meglio l’organizzazione, i prodotti e per condividere la cultura del buon cibo. Anche il volantino delle offerte diventerà digitale, anche grazie a una nuova app con servizi aggiuntivi dedicati.
Altri progetti innovativi del Piano?
Sono tantissimi i progetti innovativi legati alla produzione e al consumo sostenibili, dal taglio all’uso delle bottiglie di plastica nelle sedi e nei punti di ristoro “buona pausa”, all’aumento dei punti vendita in cui è possibile acquistare prodotti ortofrutticoli biologici sfusi. Particolare attenzione è fatta anche ai prodotti che acquistiamo dai nostri fornitori ad esempio con la creazione di filiere controllate per la produzione del pane in cui la materia prima locale permette una maggiore sicurezza alimentare e la possibilità di generare ricchezza nei territori in cui la Cooperativa è presente.
Grazie a nuove soluzioni digitali innovative è stato sviluppato un nuovo sistema di riordino e di monitoraggio dell’invenduto, per prevedere le vendite e ridurre gli sprechi. In questo modo c’è una tracciabilità completa di ciò che viene venduto, donato, avviato a nuovi processi, oppure buttato.
Il Piano prevede inoltre importanti azioni da mettere in campo con soci e dipendenti, alcune delle quali dovranno essere sistematizzate per diventare stabilmente un nostro connotato: ci sono incentivi per chi va al lavoro in bici e per chi si abbona ai mezzi pubblici, è prevista la possibilità di attivare lo smart working per gli impiegati delle sedi con almeno un giorno alla settimana di lavoro da casa o presso il negozio più vicino, si sta programmando il rinnovo della flotta aziendale con mezzi ecologici: abbiamo avuto mille idee prima ancora di avere definito una policy per la mobilità sostenibile, e quindi mi auguro che questo sia solo l’inizio.
Coop Reno, innovazione come capacità di gestire il cambiamento
Andrea Mascherini, Presidente di Coop Reno
Innovazione e sostenibilità: quanto in Coop Reno sono concetti integrati in maniera formale nelle pratiche e quanto sono correlati tra loro?
Innovazione e sostenibilità sono due concetti e prospettive a cui ambire, sicuramente a livello teorico stanno bene insieme, ma non semplici da implementare nella pratica. Non sempre è facile per un’azienda sviluppare efficacemente il tema dell’innovazione: trovo che per una cooperativa di consumo, come Coop Reno, la difficoltà sia ancor maggiore.
Credo che il tema dell’innovazione sia molto collegato al concetto di “cambiamento”, e la capacità di accettare e gestire il cambiamento, anche quando è destinato a portare un miglioramento, rappresenta una delle difficoltà maggiori da affrontare. Spesso infatti all’interno di un’organizzazione ci si scontra, per una serie di motivi (generazionali, culturali), sull’accettazione che il cambiamento porta “rotture” rispetto al passato, e non sempre questa rottura è ben vista.
Cambiare per il gusto di cambiare ovviamente non ha senso, così come continuare a fare le cose perché si sono sempre fatte così. Per mobilitare tutta l’azienda in processi di innovazione penso che la leva principale sia quella di essere i primi, come presidenza, a mettersi in gioco e dare il buon esempio con fatti concreti. L’innovazione quindi può essere vista anche come gestione del cambiamento: in questa ottica a volte è utile ricordare che il rispetto dei principi cardine della cooperazione come intergenerazionalità o porta aperta non sono temi vintage, ma sono le radici del nostro dna cooperativo, si può innovare rimanendo fedeli ai nostri valori.
Venendo al tema della sostenibilità, per Coop Reno la sostenibilità è intesa sia in accezione ambientale, come produzione di risorse che non danneggino le generazioni future, ma anche come politica di supporto per le scelte aziendali che la cooperativa fa – sia da un punto di vista economico che etico. Le scelte etiche aziendali devono altresì essere coerenti con i valori cooperativi ed è importante che il lavoro della governance abbia un taglio critico anche su se stessa, sulla propria efficacia ed efficienza.
Cosa significa per voi trasformazione digitale legata all’innovazione? E attraverso quali azioni ritenete sia possibile innovarsi?
In questi ultimi anni, abbiamo avviato delle azioni di digitalizzazione in Coop Reno, attivando un processo non semplice perché partivamo da una realtà non molto innovativa sotto questo punto di vista. Per rendere l’idea, quando ho iniziato a occuparmi di comunicazione in cooperativa nel 2007 non esisteva nemmeno il sito web, eppure erano passati quasi 20 anni dalla nascita della coop.
Dalla mia esperienza il sapersi trasformare e innovare nel tempo è una capacità non solo legata al tema digitale, ma anche e soprattutto alla gestione delle risorse umane. Nelle fasi di cambiamento profondo dei modelli, trovo molto utile l’intergenerazionalità come strumento di crescita e integrazione: sarebbe da gestire in primis portando cambiamenti di processo e governance. Ad esempio come Coop Reno abbiamo previsto da statuto la presenza in cda di al massimo il 30% di over 65 e sempre un presidente under 65. Nelle cooperative di consumo non è usuale che il gruppo dirigente sia giovane e si tende ad affidare ruoli di leadership a persone di età avanzata, ma a Coop Reno vogliamo cercare di invertire questa tendenza, avendo un gruppo dirigente nel quale i componenti hanno in media 40-45 anni, con ruoli altamente responsabilizzanti. Reputo che una buona organizzazione delle risorse umane sia una strategia vincente per cercare risultati diversi rispetto al passato. La nostra scelta è premiare le capacità: crediamo che queste azioni man mano siano una guida alla sfida del cambiamento. È attraverso queste pratiche concrete che intendiamo trainare la cooperativa su sentieri di cambiamento sostenibile.
Esempi pratici di innovazione correlata alla sostenibilità?
Uno che mi viene subito in mente è la macchina schiaccia bottiglie. A partire dal 2015 sono state inserite macchine schiaccia bottiglie di plastica all’interno di 26 punti vendita Coop Reno. Con un sistema innovativo i gestori hanno integrato i propri servizi di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, idonea ad essere efficacemente recuperata e reimpiegata in ulteriori cicli produttivi, riducendone la volumetria (la macchina compatta le bottiglie prima di conferirle), al fine di ottimizzare i flussi di avvio agli impianti di recupero, con ulteriore beneficio per l’ambiente. I clienti e i soci all’ingresso dei supermercati coinvolti nell’iniziativa, che nel frattempo sono diventati 33, trovano il compattatore per la raccolta delle bottiglie di plastica (PET) e terminato l’inserimento ottengono uno scontrino con il numero di bottiglie che equivale a ecopunti, con i quali in questi anni la cooperativa ha riconosciuto “premi” ecologici ai consumatori virtuosi (premi personali e per la comunità, come ad esempio mini eco-parchi i cui arredi sono stati costruiti in platica riciclata). L’obiettivo di queste iniziative è di sensibilizzare i soci e i clienti su tematiche legate al rispetto dell’ambiente, dimostrando nei fatti che attraverso semplici e piccoli gesti quotidiani si può contribuire a ridurre la produzione di rifiuti, avviando gli stessi ad un nuovo utilizzo (dare valore a un gesto).
Un altro progetto è il “Carrello amico”, che si connota come un gesto solidale e anti-spreco. Partendo dalla consapevolezza che in un anno può essere gettato fino a un milione di prodotti, Coop Reno recupera i prodotti alimentari prossimi alla scadenza, o con confezioni danneggiate, e li dona alle persone più bisognose attraverso la collaborazione con alcune onlus. Quest’anno abbiamo coinvolto 33 negozi e raccolto 415.676 euro
Con la “Comunità Conta” si intende invece finanziare progetti sul territorio rendendo i soci e i clienti i protagonisti della scelta dei progetti sociali che da supportare. Coop Reno mette a disposizione una cifra da devolvere alla comunità: vengono selezionati 3 progetti a favore del territorio, e viene posizionata all’interno del supermercato una bacheca con tre urne, ognuna delle quali abbinata ad uno dei progetti. La bacheca rimane in negozio per circa 4 settimane e sono i soci e i clienti a scegliere come ripartire questa cifra, conferendo ogni “gettone sociale” che gli verrà consegnato alla cassa, all’interno dello specifico compartimento della bacheca solidale. Per i soci e i clienti, questa scelta non comporta nessun costo aggiuntivo, né sono previste soglie minime di spesa per ricevere il gettone: viene così garantita la massima partecipazione da parte di tutti. Alla fine dell’iniziativa, in base al numero dei gettoni che ciascun progetto raccoglie, viene suddiviso il finanziamento di partenza.
Infine, come azienda abbiamo appena finalizzato il progetto della nuova sede di Castel Guelfo. La costruzione simbolizzerà la cooperazione e il tema della sostenibilità anche a livello visivo: dall’alto le disposizioni dell’edificio sembreranno un ramo con le foglie. Sarà autosufficiente dal punto di vista energetico: sistema fotovoltaico, geotermia e depurazione delle acque. L’idea è di trasmettere già attraverso l’edilizia dello stabile una certa idea di cooperativa trasparente e aperta.
Il radicamento nel territorio di una cooperativa deve delinearsi come risorsa, non come elemento di chiusura. Si metterà quindi in atto un multipiano inclusivo per lavoratori e ospiti: la sede avrà anche uno spazio concesso gratuitamente al coworking e alle startup; sarà inoltre presente un auditorium con 300 posti che l’azienda userà per le proprie iniziative ma le metterà a disposizione anche per eventi del territorio, perché sostenibilità è anche mettere a disposizione le risorse di cui l’azienda dispone.
Emerge molto per voi l’importanza di lavorare attraverso azioni vicine al territorio e alle vostre comunità di riferimento. Nella loro progettazione avete modelli ispiratori?
In tutte queste iniziative c’è sicuramente molta ricerca e confronto verso l’esterno di pratiche e progetti implementanti, anche all’estero. Non abbiamo modelli precisi di riferimento ma credo molto nella forza della curiosità personale e nella contaminazione delle idee. La direzione operativa è un gruppo eterogeneo di persone con differenti professionalità, molte delle quali provengono da altre realtà di imprese, ma tutte concorrono alla costruzione di un modello operativo nuovo e caratterizzante Coop Reno. Un buon esempio di scambio di idee è l’esperienza del Bootcamp Reno, visto come uno spazio di condivisione nel quale imprese, associazioni e singoli professionisti raccontano la loro idea di cambiamento.
“Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c’è bisogno di dire cosa fare. Mi piace la gente che lavora per i risultati. La gente fedele e caparbia, che non si scoraggia quando si tratta di perseguire traguardi e idee. Con gente come questa mi impegno in qualsiasi impresa, giacché per il solo fatto di averla al mio fianco mi considero ben ricompensato. Oggi più che mai, la cooperazione è un’idea giovane, e per questo avanti tutta, noicoopreno!”